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Hilaire German Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese. La maggior parte delle opere di Degas possono essere attribuite al grande movimento dell’Impressionismo, nato in Francia negli anni sessanta del diciannovesimo secolo in reazione alla pittura accademica dell’epoca. Gli artisti che ne facevano parte come Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Mary Cassatt, Berthe Morisot, Camille Pissarro, stanchi di essere regolarmente rifiutati al Salone Ufficiale si erano riuniti in una società anonima per mostrare la loro arte al pubblico. In genere le caratteristiche principali dell’arte impressionista sono il nuovo uso della luce e i soggetti all’aperto. Gli impressionisti riuscirono a rivoluzionare la pittura, accorgendosi che l’occhio umano non riceve dalla realtà un’immagine dettagliata, ma un insieme di colori che poi la mente rielabora in forme distinte. Così la prima impressione visiva divenne fondamento e scopo dell’impressionismo. Infatti questi artisti, lavoravano “en plein air” (all’aperto), ciò consentiva di riportare subito sulla tela la realtà visiva percepita. La tecnica pittorica consisteva in rapide pennellate di colore, non fissando i dettagli, ma dando un effetto cromatico – luminoso dell’insieme. Nella scelta dei temi prevalsero le situazioni in cui le vibrazioni luminose erano più percepibili perché accentuate dal movimento. Queste caratteristiche non sono sempre applicabili a Degas: anche se lui fu uno dei principali animatori delle mostre impressioniste, non trova un giusto posto nel movimento che asseriva la libertà di dipingere. Ai dipinti all’aperto egli preferiva «ciò che non si vede più nella memoria». Dirà un giorno a Pissarro: «Voi avete bisogno di una vita naturale; io di una fittizia.» Anche se Degas fece parte ufficialmente degli impressionisti, non era però a loro unito per i tratti distintivi della pittura. La sua situazione d’eccezionalità non sfuggì ai critici di allora: anche se il suo modernismo imbarazzante veniva messo in evidenza, fu il meno controverso degli artisti francesi dell’epoca.
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(Da Wikipedia)
Jean-François Millet nacque il 4 ottobre 1814 a Gréville-Hague, in Normandia, primogenito di Jean-Louis-Nicolas e Aimée-Henriette-Adélaïde Henry Millet, entrambi poveri contadini. Millet iniziò la sua precoce ma irregolare formazione su iniziativa dei genitori, che lo affidarono ad alcuni precettori privati, per poi proseguire gli studi a Cherbourg, dove giunse nel 1833 a studiare pittura sotto la guida del ritrattista Paul Dumouchel, senza per questo trascurare di aiutare la famiglia nel duro lavoro dei campi. Nel 1835 passò a Lucien-Théophile Langlois, un emulo di Baron Gros, e nel 1837 grazie a una borsa di studio si trasferì a Parigi per frequentare l’École des Beaux-Arts sotto la direzione del pittore Paul Delaroche. Fu nella capitale francese che Millet esordì senza gloria, al Salon del 1839.

Tornato a Cherbourg nell’inverno 1840-1841 vi incontrò Pauline-Virginie Ono, fanciulla della quale si invaghì perdutamente e che fu la sua prima moglie: purtroppo morì precocemente, tre anni dopo le nozze, lasciando l’artista sopraffatto dal dolore. Millet, in ogni caso, decise inizialmente di dedicarsi alla ritrattistica, genere che nella piccola Cherbourg riusciva a fruttargli qualche commissione, per poi adattarsi pur di vivere a una mediocre produzione di dipinti a soggetto mitologico.

Fu nel 1846-47 che Millet strinse amicizia con Constant Troyon, Narcisse Diaz, Charles Jacque e Théodore Rousseau, artisti che formeranno il primo nucleo della scuola di Barbizon. Fu grazie a questi incontri che Millet iniziò a dedicarsi alla vita contadina, il tema più vicino alla sua sensibilità artistica. Nel 1848 iniziò a riscuotere i primi successi al Salon, che ospiterà le sue tele sino al 1865: tra le sue tele più acclamate vi fu Il seminatore (1850), tela che pur venendo aspramente criticata dalle firme più conservatrici riscosse i plausi dei repubblicani e dei critici di sinistra.

Sotto l’influsso dei Barbizonniers, nel giugno 1849, Millet decise di trasferirsi definitivamente a Barbizon, sfruttando una piccola somma stanziatagli dallo Stato. L’artista sarebbe rimasto in questo paesino per il resto della sua vita, allontanandosene raramente in occasioni di due viaggi a Cherbourg, (1854, 1870) e a Vichy (1866, 1868). Fu proprio qui, tra l’altro, che licenziò le sue opere più celebri, come L’Angelus e Le spigolatrici, consolidando gradualmente la sua fama e arrivando persino a essere insignito del Cavalierato della Legion d’onore.
Morì sessantenne a Barbizon, il 20 gennaio 1875.
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Artista
Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906) è stato un pittore francese di origine italiana.
La sua famiglia era agiata e lui intraprese inizialmente gli studi di diritto, ma poi li abbandonò per seguire la vocazione artistica.
Seguì prima i corsi all’Ecole de Dessin di Aix e poi studiò a Parigi, all’Académie Suisse.
Fu rifiutato dalla Ecole des Beaux-Arts e, per alcuni anni, visse tra Aix e Parigi, dove strinse amicizia con altri illustri pittori e artisti che corrispondono ai nomi di Pissarro, Bazille, Renoir, Sisley e Monet.
Dapprima non mostrò interesse per il rinnovamento pittorico degli impressionisti e dipinse fino al 1873 opere legate ancora alla tradizione romantica, come “Il dolore” e “L’asino e i ladri”. Molte di queste opere si distinguono per i toni cupi, per i pesanti impasti di colore come “Il negro Scipione”.

Durante la guerra franco-prussiana del 1870 si trasferì con Hortense Fiquet, sua modella e poi moglie, all’Estaque, in Provenza.
Nel 1873 dipinse “La casa dell’impiccato a Auvers”, opera che segnò l’inizio della fase impressionista del pittore. L’insuccesso alle mostre del gruppo degli impressionisti segnò il definitivo distacco di Cézanne dal gruppo e la sua vita, in seguito, fu caratterizzata da numerosi spostamenti attraverso la Francia, dai quali trasse spunto per i numerosi paesaggi dipinti in questo periodo.

Dal 1883 si ritirò in Provenza, concentrandosi sulla ricerca di una tecnica che prendesse le distanze da quella impressionista per esaltare, attraverso il colore, le volumetrie della forma. In questi anni rielaborò con insistenza gli stessi temi: visioni dell’Estaque, la montagna Sainte-Victoire, le molte nature morte, i ritratti della moglie “Madame Cézanne nella poltrona gialla”, motivi di vita quotidiana, le composizioni di bagnanti.

Solo negli anni Novanta e agli inizi del Novecento, però, la critica riconobbe il valore della sua opera: la mostra personale del 1895 fu il primo vero trionfo per l’artista, e un successo fu pure l’esposizione al Salon d’Automne del 1904. Dal 1900, ammalato di diabete, rimase quasi sempre ad Aix-en-Provence. Negli ultimi anni di vita lavora a Le grandi bagnanti (1898-1905), sintesi degli studi che aveva accumulato nei dieci anni precedenti.

Alcune delle opere di Paul Cézanne
Ritratto di Achille Emperaire (1867-1868)
Una moderna Olympia (1873-1874)
Il golfo di Marsiglia dalla veduta dell’Estaque (1878)
Cortile di fattoria (1879)
Vaso blu (1889-1890)
I giocatori di carte (1890-1895)
Gustave Geffroy (1895-1896)
Natura morta con cipolle (1896-
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Artista
Jean-François Millet (Gréville-Hague, 4 ottobre 1814 – Barbizon, 20 gennaio 1875) è stato un pittore francese, considerato uno dei maggiori esponenti del Realismo. Jean-François Millet nacque il 4 ottobre 1814 a Gréville-Hague, in Normandia, primogenito di Jean-Louis-Nicolas e Aimée-Henriette-Adélaïde Henry Millet, entrambi poveri contadini. Millet iniziò la sua precoce ma irregolare formazione su impulso dei genitori, che lo affidarono ad alcuni precettori privati, per poi proseguire gli studi a Cherbourg, dove giunse nel 1833 a studiare pittura sotto la guida del ritrattista Paul Dumouchel, senza per questo trascurare di aiutare la famiglia nel duro lavoro dei campi. Nel 1835 passò a Lucien-Théophile Langlois, un emulo di Baron Gros, e nel 1837 grazie a una borsa di studio si trasferì a Parigi per frequentare l’École des Beaux-Arts sotto la direzione del pittore Paul Delaroche. Fu nella capitale francese che Millet esordì senza gloria, al Salon del 1839. Tornato a Cherbourg nell’inverno 1840-1841 vi incontrò Pauline-Virginie Ono, fanciulla della quale si invaghì perdutamente e che fu la sua prima moglie: purtroppo morì precocemente, tre anni dopo le nozze, lasciando l’artista sopraffatto dal dolore. Millet, in ogni caso, decise inizialmente di dedicarsi alla ritrattistica, genere che nella piccola Cherbourg riusciva a fruttargli qualche commissione, per poi adattarsi pur di vivere a una mediocre produzione di dipinti a soggetto mitologico. Fu nel 1846-47 che Millet strinse amicizia con Constant Troyon, Narcisse Diaz, Charles Jacque e Théodore Rousseau, artisti che formeranno il primo nucleo della scuola di Barbizon. Fu grazie a questi incontri che Millet iniziò a dedicarsi alla vita contadina, il tema più vicino alla sua sensibilità artistica. Nel 1848 iniziò a riscuotere i primi successi al Salon, che ospiterà le sue tele sino al 1865: tra le sue tele più acclamate vi fu Il seminatore (1850), tela che pur venendo aspramente criticata dalle firme più conservatrici riscosse i plausi dei repubblicani e dei critici di sinistra. Sotto l’influsso dei Barbizonniers, nel giugno 1849, Millet decise di trasferirsi definitivamente a Barbizon, sfruttando una piccola somma stanziatagli dallo Stato. L’artista sarebbe rimasto in questo paesino per il resto della sua vita, allontanandosene raramente in occasioni di due viaggi a Cherbourg, (1854, 1870) e a Vichy (1866, 1868). Fu proprio qui, tra l’altro, che licenziò le sue opere più celebri, come L’Angelus e Le spigolatrici, consolidando gradualmente la sua fama e arrivando persino a essere insignito del Cavalierato della Legion d’onore. Morì, infine, il 20 gennaio 1875. (Da Wikipedia)
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Artista
Claude-Oscar Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 5 dicembre 1926) è stato un pittore francese, considerato il padre dell’Impressionismo.
Trascorre i primi anni a Le Havre, dove inizia a disegnare caricature e inizia poi a dedicarsi alla pittura di paesaggio.
Claude Monet nel 1859 si trasferisce a Parigi dove viene in contatto con la pittura di Delacroix, Daubigny, Corot ed incontra Pissaro, Bazile, Sisley e Renoir, con cui inizia a dipingere “dal vero” nella foresta di Fontainbleu.
Claude Monet studia le leggi fisiche che stanno alla base della percezione della luce e del colore da parte dell’occhio dell’uomo.
Ripete infinite variazioni dello stesso soggetto al solo scopo di catturare un momento preciso e una luce particolare, che sono l’artista poteva vedere nel momento in cui dipingeva.
Nel 1883 Monet si trasferisce a Giverny, in Normandia. Claude Monet trascorre a Giverny oltre 40 anni della sua vita e utilizza il suo giardino con le sue piante ed i suoi fiori per realizzare degli autentici capolavori.
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Michelangelo Merisi, o Amerighi, noto come il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), è stato un pittore italiano. Formatosi tra Milano e Venezia e attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, è uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, assurto a fama universale solo nel XX secolo, dopo un periodo di oblio. I suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano, sia fisico, sia emotivo, con uno scenografico uso della luce, hanno avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca. Di animo particolarmente irrequieto, affrontò diverse vicissitudini durante la sua breve esistenza. Data cruciale per l’arte e la vita di Merisi fu quella del 28 maggio 1606, a partire dalla quale, essendosi reso responsabile di un omicidio durante una rissa e condannato a morte per lo stesso, dovette vivere in costante fuga per scampare alla pena capitale. Il suo stile influenzò direttamente o indirettamente la pittura dei secoli successivi costituendo un filone di seguaci racchiusi nella corrente del caravaggismo.
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Artista
Hilaire German Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese. La maggior parte delle opere di Degas possono essere attribuite al grande movimento dell’Impressionismo, nato in Francia negli anni sessanta del diciannovesimo secolo in reazione alla pittura accademica dell’epoca. Gli artisti che ne facevano parte come Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Mary Cassatt, Berthe Morisot, Camille Pissarro, stanchi di essere regolarmente rifiutati al Salone Ufficiale si erano riuniti in una società anonima per mostrare la loro arte al pubblico. In genere le caratteristiche principali dell’arte impressionista sono il nuovo uso della luce e i soggetti all’aperto. Gli impressionisti riuscirono a rivoluzionare la pittura, accorgendosi che l’occhio umano non riceve dalla realtà un’immagine dettagliata, ma un insieme di colori che poi la mente rielabora in forme distinte. Così la prima impressione visiva divenne fondamento e scopo dell’impressionismo. Infatti questi artisti, lavoravano “en plein air” (all’aperto), ciò consentiva di riportare subito sulla tela la realtà visiva percepita. La tecnica pittorica consisteva in rapide pennellate di colore, non fissando i dettagli, ma dando un effetto cromatico – luminoso dell’insieme. Nella scelta dei temi prevalsero le situazioni in cui le vibrazioni luminose erano più percepibili perché accentuate dal movimento. Queste caratteristiche non sono sempre applicabili a Degas: anche se lui fu uno dei principali animatori delle mostre impressioniste, non trova un giusto posto nel movimento che asseriva la libertà di dipingere. Ai dipinti all’aperto egli preferiva «ciò che non si vede più nella memoria». Dirà un giorno a Pissarro: «Voi avete bisogno di una vita naturale; io di una fittizia.» Anche se Degas fece parte ufficialmente degli impressionisti, non era però a loro unito per i tratti distintivi della pittura. La sua situazione d’eccezionalità non sfuggì ai critici di allora: anche se il suo modernismo imbarazzante veniva messo in evidenza, fu il meno controverso degli artisti francesi dell’epoca.
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